In Roberto Goffi, l’artista fotografo e architetto, stupisce e suscita interesse e ammirazione la costante ricerca e il conseguente utilizzo di antichi procedimenti fotografici – la dagherrotipia, la stampa al carbone, le stampe analogiche agli alogenuri d’argento, le gelatine fotografiche… – unito all’analisi di nuovi usi dei materiali attuali che segnano il suo tragitto artistico fatto di curiosità, interesse, studio, ricerca, approfondimento di un amore sviscerato per la fotografia. Perché per lui la fotografia, che utilizzasse “… la vecchia Nikon o in alternativa un’antichissima Leica sbrecciata…” è sempre stata la sua forma per entrare in contatto con gli altri.
La fotografia come unione e in unione con il mondo.
Presto ci dimentichiamo delle tecniche usate e ci troviamo a perlustrare, in un lungo tragitto che compiamo nella raffinata arte di Roberto Goffi, opere che ci conducono Tra sogno e realtà dal titolo di un suo articolato progetto che vede – tra le altre – immagini dedicate a Carol Rama e Lindsay Kemp.
Ne I Notturni le immagini di Torino – tutte accompagnate dai versi di Rainer Maria Rilke grande cultore di misteri notturni – sono un incanto che avvolge di notte la città, una Torino di particolari sfuggenti come quella luna che rende cangianti le foglie e le luci di finestre da immaginare; punteggiata da luminescenti piccoli soli notturni che illuminano movimenti e danze di statue che il giorno rende quasi invisibili. Perché è di notte che Goffi viaggia per questa sua città che riscopre quieta e silente di presenze umane ma inquieta, sfuggente e misteriosa in quel suo camminamento solitario e a lei dedica “I Notturni” di Rilke:
Vi sono notti portentose: bianche – di un tal candore, che le cose tutte, – immerse in quello, – paiono d’argento.
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La ricerca di quell’Aura che la notte rende visibile trasfigurando l’apparente conosciuto in uno sconosciuto incantamento.
La sua è un’incursione fotografica in punta di piedi, emotivamente sensibile e delicata per non interrompere quel flusso di sensazioni che rendono le sue immagini immaginifiche. Come l’angelo alato che svetta contro un cielo opalino. Rimembranze poetiche di un Wim Wenders che ne “Il cielo sopra Berlino” ci aveva stregato e qui Goffi ci regala altri versi di Rilke, che tanto ha ispirato il regista:
Ancora non si offre ai designati – perché lo vivano, ancora abita, – sospesa nel celeste itinerario, – figura lieve.
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Poi – racchiusa in un spazio definito da una nebbia che per Beppe Fenoglio in “Una questione privata” … convoglia sensi di agguato, di insidia e sepoltura… – l’immagine di un’evanescente Mole Antonelliana svanisce nel calice del Sacro Graal sollevato dalla statua che simboleggia La Fede, dinnanzi alla facciata della Gran Madre di Dio. Sintesi perfetta di una Torino magica, tra magia bianca, magia nera e arti oscure.
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Ma la foto è velata e discreta con il consueto equilibrio che caratterizza il profondo e intenso percepire di Roberto Goffi. L’unicità delle immagini rende ancora più preziosa questa serie, come specifica l’autore per noi sprovveduti:
“Ogni stampa è un pezzo unico, essendo impossibile avere due copie uguali con il tipo di stesura dell’emulsione impiegata”.
Magia nella magia.
In Little Towns – parte del progetto Oltre le due dimensioni che contiene anche Crocifissioni in Rosa e La Porta del’Inferno – dapprima inconsapevolmente modifichiamo con il nostro andare le opere esposte – diafane ed impalpabili gelatine sospese con invisibili fili – ma poi i nostri voluti soffi fanno vibrare frammenti di città che divengono mutanti. Modulando l’aria monumenti, statue, frammenti di storia ricompongono alla rinfusa, come in un caleidoscopio perennemente rotante, le città storiche italiane. Leggeri fremiti d’aria fanno crollare il Colosseo, il Duomo di Firenze e persino la Torre di Pisa cede sotto i colpi di queste inventive opere geniali di Roberto Goffi.
“All’interno di una struttura in tondino di ferro per cemento armato… vi sono esili ed eteree gelatine… oscillanti ad ogni fremito d’aria, ci mettono in comunicazione diretta con questo universo in lenta ma inesorabile trasformazione”
Il progetto Little Towns è stato realizzato nel 2017 su invito della Biennale di Anren, Chengdu – Cina
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Ci colpisce per la solennità Crocifissioni in Rosa dove legno ferro gesso vetro dagherrotipi gelatine fotografiche sono i materiali che vengono a comporre un’opera di grandi dimensioni. Indagando alcuni passi dei testi sacri – dalla Bibbia al Corano – l’opera pone in risalto il tema della sottomissione femminile nelle società patriarcali. Un corpo di donna evanescente, scheggiato da lamine di vetro che feriscono le sue carni, assemblaggio di dolori e ferite mai rimarginate. Un grido trattenuto tra labbra serrate, mani che invocano aiuto, gelatine nebulose in movimento che assemblano un corpo martoriato di brandelli di donne, fluttuante e che potrebbe volare via, sparire per non più soffrire ma, trattenuto da fili impercettibili, nasconde velatamente nel grembo fotografie di chi non è mai nato. Un’opera al contempo drammaticamente forte ma anche poeticamente delicata che prefigura una deposizione dalla croce salvifica.
Un futuro ancora lontano.
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“Insieme a questi vetri vi sono, però, alcuni dagherrotipi con poesie di Baudelaire, Verlaine, Hikmet che pur essendo allineati con gli oggetti taglienti, pur essendo esse stesse spietate, aprono uno spiraglio a modo loro positivo”
“Incanti / Disincanti” è il titolo – ripreso per questo articolo – della bella mostra di Roberto Goffi da visitare sino al 23 luglio 2023. Ospitata in due spazi: a “La Crescentina – Laboratorio per l’Arte” Strada Crescentina, 2 – Fubine Monferrato (AL). Curata da Marzia Capannolo è visitabile ogni domenica dalle 16.00 alle 19.00 e gli altri giorni su appuntamento. Per visitare la mostra è necessario prenotare a: info@lacrescentina.com. Nella “Casa -studio Roberto Goffi”: ogni domenica dalle 16.00 alle 19.00 previo appuntamento prenotando a robertogoffi48@gmail.com cell 3334335689. Sono esposte molte opere, tra le quali quelle presentate in questo articolo, ed è disponibile un accurato e dettagliato catalogo.
Roberto Goffi, nato e laureato in Architettura a Torino, ha sempre usato la macchina fotografica per esplorare il mondo sviluppando una profonda attività di ricerca con la predilezione per la riscoperta e l’uso di antiche tecniche fotografiche, materiali desueti e nuovi usi di materiali attuali. Professionalmente si è occupato del mondo degli spettacoli e dei concerti per poi collaborare con l’Assessorato per la Cultura del Comune di Torino curando la parte fotografica delle mostre. Numerose le campagne fotografiche realizzate per la Regione Piemonte, la Galleria d’Arte Moderna di Torino, per l’editore Allemandi, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Salone del Libro e della Musica di Torino, il Museo del Cinema, per vari altri enti ed editori. Docente di fotografia all’Istituto Europeo di Design di Torino e al corso di antiche tecniche fotografiche patrocinato dal Museo Nazionale del Cinema. Molte e prestigiose le mostre personali e collettive in Italia e all’estero; le sue opere sono presenti in varie collezioni private e alla Bibliothèque Nationale de France, alla Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino, all’Istituto Nazionale della Stampa di Roma.
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Roberto Goffi
Grazie Laura per il bell’articolo: hai inaugurato il blog con un bel testo, preciso e circostanziato, ed una scelta di immagini significative del mio lavoro. Se il bel giorno si vede dal mattino, sarà un blog serio e utile ad approfondire alcuni mondi interiori che hanno catturato la tua attenzione. Un grande abbraccio da Roberto.
Laura Malaterra
Grazie Roberto, è stato un viaggio stimolante tra le tue tante opere, ricco di sorprese lungo un tracciato che hai intrapreso e porti avanti con passione e dedizione.